La storia di Genova
Genova
(Zena in dialetto
genovese) è un comune di 618.438 abitanti, capoluogo della
provincia di Genova e della regione Liguria.
La sua area metropolitana ha una popolazione di circa 800.000 abitanti
e il suo porto è uno dei maggiori del mar Mediterraneo.
Parte del suo centro storico
fa parte dal luglio 2006 dei patrimoni
dell'umanità dell'UNESCO (vedi dettaglio).
Città dal
glorioso passato, capitale del Genovesato, forte di antiche tradizioni,
è stata definita la Superba.
Tale la definì il
poeta Petrarca che scrisse regale, addossata a una collina
alpestre, superba per uomini e per mura, il cui solo aspetto la indica
Signora del mare.
Come una città marmorea
(solida come il marmo dei suoi palazzi) la vide Giosuè
Carducci che nelle sue Odi barbare scrisse: Superba
ardeva di lumi e cantici / nel mar morenti lontano Genova / al vespro
lunare dal suo / arco marmoreo di palagi.
Signori del
mare, mercanti, guerrieri
La storia di Genova
è la storia dei suoi abitanti
che furono (o furono definiti), al tempo stesso, signori del mare,
mercanti e guerrieri capaci, se del caso, di inaudita ferocia.
Seppero dare vita, in epoca
di dominanze, ad una
propria repubblica, la Repubblica di Genova, nata dal libero comune,
che si resse in otto secoli su diverse forme di governo: dalla forma
consolare a quella dogale a quella, infine, oligarchica. La sua
politica si fondò comunque sempre su di un disegno di
dominio
regionale, studiato e portato avanti sin dagli albori.
Il dominio sulla riviera
ligure e la costruzione di
un'imponente flotta, al tempo stesso militare e
mercantile fu di vitale
importanza per dare impulso alla nascita di uno stato che per oltre
quattrocento anni basò la propria esistenza sulla diplomazia
e sulla
neutralità, oltre che sul commercio.
Il detto - di un poeta
anonimo - "Genuensis ergo mercator", ossia "Genovesi
quindi mercanti" - fu mirabile sintesi di quel mercanteggiare
così famoso nel mondo sul quale i genovesi basarono un
impero coloniale
che andava dall'Iraq alle Canarie, dall'Inghilterra alla Palestina
(raggiunta fin dalla prima crociata), racchiudendo nel proprio pugno
tutto il Mediterraneo occidentale e il Mar Nero, definito il Lago
genovese,
e tenendo testa quando non ponendo sotto il proprio controllo tre
imperi: quello Svevo, quello Bizantino e quello Asburgico, del quale
ultimo i genovesi controllavano l'economia ed il commercio.
Perso il proprio potere sui
mari, ma non sui mercati
del mondo, nel 1797 l'onda lunga della rivoluzione francese
investì
anche la repubblica che pagò la sua condizione di
neutralità con
insostenibili pressioni esterne che la portarono all'occupazione nel
1805 ed alla successiva annessione all'impero napoleonico.
Nel 1814, a seguito della
capitolazione di Parigi,
Genova fu occupata dalla marina inglese che formò un Governo
provvisorio, paventando un ritorno allo status quo ante.
Nel 1815, invece, le potenze europee, in gran parte debitrici
dall'antico Banco di San Giorgio decisero la soppressione della
repubblica e l'annessione al Regno di Sardegna.
Il vessillo
cittadino
La bandiera di Genova
è costituita dalla croce rossa
in campo bianco: è detta anche croce di San Giorgio e
nell'antichità
era simbolo dei pellegrini che si recavano presso i luoghi santi del
Cristianesimo e che dopo il 1095, anno di conquista di Gerusalemme da
parte dei Turchi selgiuchidi, mossi in gran parte (in un primo momento)
da spirito sincero di missione decisero di prendere la croce
ed armarsi per liberare la terra ove nacque e visse Gesù
Cristo, in
risposta ai ripetuti attacchi subiti dai Turchi, decisi - sovverchiati
gli Arabi - a spingersi alla conquista dell'impero Bizantino.
La simbologia del Salvifico
vessillo della vera croce
- come Jacopo da Varagine indicò la croce di San Giorgio -
determinò
nel medioevo, per i pellegrinaggi armati, l'appellativo di crociate
cristiane.
L'uso del vessillo da parte
dei Genovesi pare
risalire ad epoche remote, quando l'esercito bizantino stanziava nella
città ed il vessillo della guarnigione (una croce rossa in
campo
bianco) veniva portata in omaggio nella piccola chiesa di San Giorgio.
Nel 1190 Londra e
l'Inghilterra chiesero e ottennero
la possibilità di utilizzo della bandiera crociata per avere
le loro
navi protette dalla flotta genovese nel mar Mediterraneo; per questo
privilegio il monarca inglese corrispondeva al doge un tributo annuale.
Il secolo successivo tale
privilegio fu concesso anche ai lombardi, come
riferisce lo storico Francesco Maria Accinelli (E
mandati dalla Repubblica 500 balestrieri con la suddetta insegna in
soccorso dei Milanesi nel 1247, espugnata col loro valore la
città
Vittoria nuovamente fabbricata da Federico II vicino a Parma, vollero i
Milanesi per maggiore onore assumersi dello stendardo de' Genovesi
l'insegna).
L'Inghilterra e la
città di Londra, ma anche Milano e la Regione Lombardia
battono tuttora bandiera di San Giorgio.
Origine e
derivati del nome
L'origine del nome di Genova
è assai complessa: la leggenda Romana vuole Genova derivare
dal dio Giano.
La tesi protostorica più accreditata comunque fa risalire il
nome al termine celtoligure Genua ovvero mascella
data la sua predisposizione geografica come sbocco naturale sul mare di
conformazione arcuata simile appunto a quella parte del corpo.
A corroborare questa
evidenza è il fatto che la maggioranza dei linguisti
considerino Genua e Genaua
(Ginevra) varianti dello stesso nome (la posizione geografica e la
forma di Ginevra, posta all'estremità del Lemano, ricorda
non a caso
quella di Genova).
Secondo altre versioni il nome potrebbe avere
presumibilmente una radice indo-europea (genu = ginocchio). Questo
ultimo caso comunque allo stesso modo del precedente sarebbe
riferimento della posizione della
città rispetto alla costa del Mar
Ligure, le attuali riviere liguri oppure della morfologia del
promontorio sul quale oggi si trova il quartiere del molo.
Comunque la
tradizionale fedeltà e alleanza della
popolazione Genuate con Roma, risalente alle guerre puniche, ha reso
inevitabile che successivamente nella storia di Genova in epoca
medievale la tesi Romana venisse presa in tale considerazione e che la
città assumesse il nome latino di Ianua
derivandolo direttamente da Giano bifronte, in
latino Janus, dio del passaggio.
Gli antichi lo consideravano come iniziatore dell'uso della moneta
nella società, Giano era protettore di tutti i passaggi e
fra di essi
anche della porta di casa, o della città.
Ciò trova un
solido riscontro nel fatto che
tutt'oggi Genova è porta fra l'Europa ed il Mediterraneo.
Nella
Cattedrale di San Lorenzo esiste una sua immagine con la scritta Ianus
Primus Rex Italiae.
La teoria della "porta"
la si ritrova nell'importanza data a questo tipo di transito: ogni
portale veniva infatti decorato e sullo stipite posto un bassorilievo,
spesso raffigurante San Giorgio che uccide il drago o altre scene di
santi.
L'immagine ambivalente di
Giano bifronte, che guarda
al passato e vede il futuro, Genova - città proiettata al
futuro ma che
sa guardare al proprio passato - la restituirà sempre, anche
nei suoi
simboli, in particolare nel Grifone - con la fierezza del leone e la
nobiltà dell'aquila, vicino a Dio e forte in terra - nella
propria
vocazione di luogo di servizi, nelle sue
istituzioni, nelle sue tradizioni.